Si terrà a Bologna il quarto appuntamento con Costruire una storia, percorso di avvicinamento al 50esimo anniversario del Festival nel 2020, a cura di Roberta Ferraresi.
Ospiti dell’incontro pubblico saranno Chiara Guidi, Enrico Casagrande ed Ermanna Montanari (martedì 22 ottobre dalle 15 alle 18 a DAMSLab / La Soffitta dell’Università degli Studi di Urbino – piazzetta Pier Paolo Pasolini 5b), direzione artistica per Santarcangelo Festival del triennio 2009-2011 insieme al coordinamento critico-organizzativo formato da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci.
La giornata si apre alle ore 11 nella stessa location con l’incontro Dagli archivi alla storia, una tavola rotonda sull’Archivio di Santarcangelo dei Teatri.
Il triennio 2009-2011: Festival Internazionale del Teatro in Piazza
Il triennio 2009-2011 del Festival di Santarcangelo viene diretto, nell’ordine, da Chiara Guidi della Socìetas (2009), Enrico Casagrande dei Motus (2010), Ermanna Montanari del Teatro delle Albe (2011), che – insieme a un coordinamento critico-organizzativo composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci – decidono di operare collegialmente su alcune questioni di fondo del senso e del ruolo del Festival, declinandole poi secondo una propria specifica visione all’interno delle diverse edizioni.
La scelta viene da una proposta formulata da Piergiorgio Giacchè, antropologo da vari anni vicino al Festival, chiamato ad avanzare un’ipotesi di rinnovamento su invito dell’allora Presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri Sandro Pascucci con la collaborazione con Fabio Biondi.
L’idea di Giacchè riflette alcuni elementi peculiari della storia della rassegna, rilanciandoli al futuro: la particolarità del territorio in cui opera, che negli anni aveva conquistato il nome di “Romagna Felix” del teatro; la capacità rigenerativa che l’ha sempre caratterizzata, sia nel favorire la nascita di nuovi gruppi e realtà, sia nel concretizzare progetti altrimenti impossibili da realizzare; il rapporto che qui si è sempre coltivato fra artisti e istituzioni, fra teatro e politiche; e, non da ultima, l’idea che la direzione artistica della manifestazione potesse essere declinata al plurale nella relazione fra alcuni artisti-guida di base in Romagna, che negli anni hanno coltivato un rapporto particolare con la manifestazione, e di porla in dialogo con figure operanti negli ambiti della critica e del pensiero, così come dell’organizzazione e della curatela.
Il lavoro sullo spazio pubblico, sulla partecipazione e sulla relazione con la città; l’impegno in dimensioni extra-spettacolari, nel campo dell’accoglienza e della sostenibilità; la scoperta e l’utilizzo di nuovi luoghi da abitare temporaneamente con il teatro; la condivisione di un segno grafico e delle relazioni con la comunità artistica locale, nazionale e internazionale; la concentrazione sui processi di creazione, anche tramite la pratica delle residenze, e sulla proposta di nuove opere per Santarcangelo sono alcuni degli assi portanti del triennio, che si applicano poi nel programma definito da Chiara Guidi in rapporto alla musica e alla sonorità, in quello realizzato da Enrico Casagrande intorno al possibile intervento dell’arte sulla realtà, e nel percorso di Ermanna Montanari incentrato sull’attore, colto sia nella dimensione solitaria della “monade” sia in quella aperta della coralità.
L’esito, accompagnato dal lavoro continuativo di tessitura del coordinamento critico-organizzativo, è quello di una progettualità plurale che si esprime anzitutto nel recupero del titolo originario della manifestazione, “Festival Internazionale del Teatro in Piazza”, nell’intenzione di un rinnovamento profondo che si origina dagli elementi strutturali del Festival di Santarcangelo: il rapporto con le comunità che storicamente l’hanno pensato, coltivato, sviluppato, quella temporanea degli artisti e quella degli abitanti della città.
Costruire una storia: un ciclo di incontri con i direttori del Festival
Mettere al centro dell’indagine il racconto storico-critico delle diverse figure che hanno guidato il Festival consente di ricostruire e analizzare un determinato approccio alla direzione artistica: non solo lasciando emergere differenti idee e pratiche di curatela, ma anche aprendo il campo alle visioni – di festival, di teatro, di cultura – che le hanno animate, ai progetti pensati e realizzati o meno, ai processi di pensiero, artistici e politico-organizzativi che sono stati di volta in volta messi in campo.
Dall’altro lato, il variare della direzione artistica– tratto che distingue l’esperienza di Santarcangelo fin dagli esordi – implica un particolare accento sulla dimensione relazionale del Festival, convocando nella discussione le modalità dei rapporti secondo cui i direttori hanno voluto caratterizzare il proprio operato: rispetto al gruppo di lavoro con cui hanno collaborato e al contesto locale, istituzionale, politico e di comunità; ma anche più ampiamente in connessione alle tendenze di natura artistica e socio-antropologica che caratterizzano un determinato periodo, anticipandone le prospettive, accogliendole oppure anche – come talvolta è accaduto – spiazzandole alla radice e rilanciandone le sfide.
Il ciclo d’incontri prende forma in un percorso molteplice e unitario che si articolerà in alcuni luoghi-chiave che hanno segnato il Festival sia nel territorio della città romagnola sia in altri contesti nazionali importanti per la sua vicenda e per quella della cultura teatrale italiana, con l’obiettivo sia di “costruire” – come recita il titolo – una possibile storia della manifestazione attraverso alcune tappe essenziali, rappresentate dall’avvicendarsi delle diverse figure che l’hanno scandita e guidata; ma anche – tramite la condivisione pubblica di questi momenti di racconto e analisi – di offrire degli spunti alla riflessione e alla discussione comune, innescando così un processo di confronto capace di coinvolgere anche gli artisti e gli spettatori che negli anni – ciascuno a proprio modo – hanno partecipato al Festival. Nell’idea di poter costruire così, a partire da alcuni punti specifici, una storia aperta, il più possibile condivisa e plurale insieme ai punti di vista altri che vorranno accoglierla e contribuire ad arricchirla e svilupparla.
Costruire una storia: Silvia Bottiroli
19 giugno 2019, ore 21
Sferisterio, Santarcangelo di Romagna
ingresso gratuito
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