L’uso dei filtri fotografici è cambiato moltissimo negli ultimi anni grazie alla facilità d’intervento della fotografia digitale. A che serve avere i filtri di conversione da luce diurna ad artificiale quando si può settare stesso in camera o comunque aggiustare in fase di postproduzione? A che servono i filtri per il bianconero se si scatta a colori e si possono scegliere tutti i filtri con Photoshop? Un filtro è rimasto però unico ed insostituibile: il polarizzatore. Si può intervenire a lungo in postproduzione, ma un fastidioso riflesso sulla vetrina di un negozio che nasconde l’interno lo si toglie in un attimo in fase di ripresa usando il polarizzatore e, per quanto si voglia lavorare con Photoshop, non si potrà mai arrivare allo stesso risultato. Lo stesso per il mare trasparente che mostra nitidamente il fondale. Nell’aggiornamento di Nadir Magazine, un lungo e dettagliato articolo di Michele Vacchiano per capire come funziona il filtro polarizzatore, perché oggi è indispensabile scegliere quelli circolari e, per concludere, la prova sul campo del polarizzatore circolare “low profile” della Bilora, caratterizzato da un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Rino Giardiello, invece, prova sul campo il Sigma 50-100 F/1.8 della prestigiosa serie Art, confermando l’elevata qualità di queste lenti anche a tutta apertura. Gli obiettivi Sigma serie Art non sono certo obiettivi economici ma lo sono in rapporto alle prestazioni che spesso superano quelle dei corrispondenti obiettivi originali che costano il doppio. Il 50-100 del test, tra l’altro, non ha nessun concorrente tra gli zoom presenti nei corredi Nikon, Canon, Sony, etc. e può costituire il perfetto compagno del Sigma 18-35 F/1.8 della stessa serie.